Lupo nell' Appennino
I Lupo Italiano nell' Appennino del Lazio e dell' Abruzzo
Contrariamente ad altri settori della Catena Appenninica,
dove si sono verificati periodi di assenza della specie anche per molti decenni
prima dell'inizio dei processi di ricolonizzazione naturale successivi agli anni
'70, il
lupo è stato considerato sostanzialmente sempre presente in tutta l'area
dell' Appennino centrale.
Osservando da un punto di vista morfologico e orografico
l'area delle
Montagne della Duchessa e gli ambienti circostanti (conca aquilana, piana
del Fucino) appare assolutamente evidente la funzione di ponte naturale di
congiunzione fra gruppo del
Velino-Sirente (Abruzzo)
e le montagne dell'alto Lazio (Monti Reatini, gruppo del Terminillo) da una
parte, e con i
Monti Simbruini attraverso la
Val di Varri dall' altra.
Ci si rende infine conto che, tenendo ben presente le
caratteristiche di eco-etologia
e di modalità dell'uso del territorio del
Canis Lupus l'area si presenta come una di quelle dove possono anche
verificarsi brevi periodi di assenza (tenendo anche conto delle sue ridotte
dimensioni), ma fino a quando esisteranno dei riproduttori sull'uno o l'altro
versante del "ponte" sarà ben difficile ipotizzare aree diverse di transito per
gli esemplari giovani in via di allontanamento dal nucleo originario e alla
ricerca di propri territori.
Un buon quadro storico - sintesi di aspetti biologici,
culturali e di documentazione storica - relativa alla specie in provincia di
Rieti è quello presentato nel volume di G. Cammerini: Il Lupo nella
Provincia di Rieti" del 1998 (ed. Amm. Prov.le Rieti).
Questo territorio, con maggior intensità dalla seconda metà
degli anni '90, é stato oggetto di monitoraggio della presenza della
specie col cosiddetto "metodo naturalistico" mentre risulta mai esperito un
tentativo di stima o di valutazione di presenza/assenza con il metodo del
wolf-howling.
L' impostazione di questo metodo, basata su una
sperimentazione diretta che aveva come gruppo di riscontro un branco di lupi
appenninici in condizioni di semi cattività, può essere rilevata dal documento
dal titolo "Il censimento del lupo e del cane inselvatichito attraverso la
tecnica del wolf-howling sul territorio italiano", presentato originariamente al
I Seminario italiano sui censimenti faunistici di Urbino nel 1982.
Dai sopralluoghi preliminari effettuati sul
territorio della
Riserva Naturale Monti della Duchessa e dintorni, finalizzati alla
predisposizione di un programma operativo di indagine sulla presenza del lupo, e
dalla raccolta di dati che il personale della Riserva Naturale documenta e
archivi a da diversi anni, è emersa tanto la testimonianza di una presenza del
lupo, apparentemente assidua se non addirittura costante, quanto una sostanziale
assenza di cani vaganti. Dato, quest'ultimo, confortato dal ridotto numero di
richieste di indennizzo per danni alla zootecnia pervenute recentemente alle
Autorità preposte.
Dal sommario generale emergono in definitiva alcune "problematicità" di
fondo:
- una stima assolutamente incerta, sia in termini di consistenza che di
densità, SIa In termini di periodi d'uso di questo territorio rispetto
all'arco dell'anno;
- assoluta incertezza (elemento viceversa di primaria importanza) sulla
possibilità che il
territorio della RN
Monti
della Duchessa possa essere sede di eventi riproduttivi;
- l'opportunità di una prima applicazione del metodo del wolf-howling, che
andrebbe ripetuta almeno altre due volte nell'anno (una nel periodo estivo),
con coerente formazione del personale all'uso di questa tecnica (periodi,
strumentazione e modalità tecnicooperative in relazione all'eco-etologia
della specie);
- l'esigenza di elaborare un programma di attività, interventi e di
indagini, anche se svolti da diversi soggetti specializzati, ma gestito e
coordinato da un Ente, così da facilitare l' indirizzo, il coordinamento e la
supervisione delle scelte per la conservazione della specie.
Testi di Giorgio Boscaglio.
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Il Lupo Italiano nell'Appennino Laziale/Abruzzese.
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